Baci svegliati in abbracci profondi, litanìe antiche colte nel volo di gabbiani che danzano intorno con parole di fiaba, inseguendo il volere. Baci a piccoli intervalli l’amore con gli occhi, una carezza con il sole incorporato, perché non sia fiaba l’attesa del sogno.
Giostre di fumo, satelliti del tempo, incatenate e libere sintonìe di cuori che rincorrono il respiro. Sazia la mente di bellezza, padrone il corpo dei suoi significati, fuso nel fondere, perso nel dare, unito nel volere, occhi che guardano nella stessa direzione.
O vaga riva del Po, quanti ricordi mi ridesti nel cuore. Vicino a te mi si svelò l’affetto, secche fronde serviron da tetto l’arsura intorno, nulla era in fiore ma il cuore mio pulsava violento in petto, quando dei pensieri sentii l’ardore. La riva tacque, quando l’anima aprii tutta ansante, non ne udisti i sospiri o vago Po in quell’istante e quel che nacque si confusenel mormorio dell’acque.
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